martes, mayo 01, 2007

Pioggia

Piove. Mille lacrime scintillano sul vetro della finestra della mia camera. Tra le tende quasi trasparenti, intravedo una scena che si ripete ogni minuto, ogni secondo. Una donna vestita di nero è seduta sotto una grande quercia. I capelli grigi celano gli occhi, il suo sguardo è vuoto.

Guardo un'altra volta dalla finestra. Piove ancora. Non ci sono uccelli. Nessun canto libero. E tutto sembra finito, devastato. Vicino all’albero c’è una croce di legno in cui la scritta di un nome maschile lotta contro il passare del tempo. La pioggia e il freddo lo hanno segnato, come il viso della donna che non smette di piangerlo.

Continua a piovere. L'acqua suona un triste motivo, monotono e continuo, quando colpisce le foglie morte, che giacciono sotto la quercia, inermi sull'erba bagnata. Accompagnano il dolce lamento che accarezza instacabilmente le labbra dell'anziana donna che è sempre seduta sotto il grande albero, con il suo vestito nero, con lo sguardo vuoto. E passano le ore, i giorni, gli anni. E ancora piove.

Un nuovo giorno è arrivato come ogni altro. Dalla finestra della mia stanza riesco a vedere la grande quercia e un filo di sole filtra timidamente tra i rami del vecchio albero e illumina la croce di legno. È un mattino particolare e un uccellino comincia a cinguettare allegremente. La donna non c’è più. Ha smesso di piovere e nel cielo ci sono due persone che si abbracciano e volano.

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