Mi hai fatto
l’amore da lontano
tante volte,
senza mai dirmi nulla.
E io ti guardavo
con la fanciulla
innocenza di
chi ti ammira invano.
I tuoi
discorsi, meccanici fra un sentimento
platoniano mi facevano
amare te:
padrone del
tuo insegnamento arcano.
L’amicizia
della Grecia antica fra il maestro
e il discepolo
non l’abbiamo mai consumata,
benché la
bellezza ha sempre vinto l’intelletto.
Vorrei fare
voli pindarici, insieme a te
in discorsi
infiniti atterrare,
errare per
poi riprendere il viaggio
senza una
meta diversa dal parlare.
E la
profondità del tuo sguardo tace invano
delle mie
labbra, del mio collo, del mio sesso.
Continuerai
a farmi l’amore da lontano
con il tuo
sorriso, che tacerà lo stesso
finché il
nostro amore non sarà profano.
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