domingo, julio 14, 2013

Sindrome di Ulisse


L’oceano. Sorso immenso. Profondo.
Dolci correnti  di Salitudine.
Liquido imprevisto. Mite, iracondo.
Onde salmastre d’ingratitudine.

Profuma, Salitudine marina!
Cospargi quel tuo sale di lamento.
Innaffia con la lacrima salina
il pianto che vorrei in questo tormento.

Le guance, verso il tuo litorale.
Tristi fiumi salati lungo il viso:
Salsedine amara, quanto fai male?

È salinità senza paradiso
l’inferno dolciastro e continentale

d’un pianto marino non condiviso.


Ninna nanna dell’esilio


Silenzio; ha detto silenzio
il padre del mio bambino.
I tratti del clandestino
sul suo viso io presenzio.

Silenzio ho detto silenzio.
Nostro figlio è cittadino
italiano, e il suo destino
è questa patria. Sentenzio.

Silenzio. Il silenzio mente.
Il suo volto è come il nostro,
gli rimpiango amaramente.

Appena prende  il colostro,
silenzio, silenzio gente:

questo figlio è pure il vostro.


Quaranta primavere


Una nota. Ci vediamo fra un anno.
Era arrivato il giorno dell’Addio.
Non c’era più la sua giacca di panno.

La paura di restare nell’oblio
arrivò nella notte delle fughe,
lungo la strada del lieve brusio.

Quel cappello. Grigio. Vecchio di rughe.
Si allontanava senza frenesia
sul molo di scarico delle acciughe.

Quaranta primavere in nostalgia.
Le rughe del cappello più vissute
e la sua giovinezza andata via.

Lettere con delle ciocche canute
e altri pensieri alle persone amate.
E aspettano ancora che hanno salute


all’angolo buio delle immigrate.


domingo, julio 07, 2013


Mi hai fatto l’amore da lontano
tante volte, senza mai dirmi nulla.
E io ti guardavo con la fanciulla
innocenza di chi ti ammira invano.

I tuoi discorsi, meccanici fra un sentimento
platoniano mi facevano amare te:
padrone del tuo insegnamento arcano.

L’amicizia della Grecia antica fra il maestro
e il discepolo non l’abbiamo mai consumata,
benché la bellezza ha sempre vinto l’intelletto.

Vorrei fare voli pindarici, insieme a te
in discorsi infiniti atterrare,
errare per poi riprendere il viaggio
senza una meta diversa dal parlare.

E la profondità del tuo sguardo tace invano
delle mie labbra, del mio collo, del mio sesso.
Continuerai a farmi l’amore da lontano
con il tuo sorriso, che tacerà lo stesso
finché il nostro amore non sarà profano.